La beta di Battlefield 4 è partita e dunque un gran numero di utenti hanno potuto vedere il gioco in azione su PC, tuttavia la grafica di questa versione preliminare è di molto inferiore a quella che avremo modo di apprezzare quando il titolo arriverà nei negozi. A specificarlo è Johan Andersson di DICE, che su Twitter ha scritto: “La beta di Battlefield 4 per PC è appunto una beta, le opzioni grafiche non sono tutte attivate e ottimizzate, dunque la performance non equivale a quella della versione finale”. Versione finale che peraltro includerà opzioni di downsampling e upsampling.
Se non avete la beta o non avete il tempo di giocarci potete collegarvi al nostro canale streaming, manderemo in onda live durante la giornata delle sessioni di gioco.
FairFight sarà incluso all’interno di Battlefield 4 che insieme a PunkBuster cercherà di sconfiggere i “cheaters”. Lo hanno annunciato EA e DICE attraverso un post sul blog di Battlefield.
FairFight determina le contromisure sulla base delle statistiche che raccoglie, sulla base delle quali determina se il comportamento dei giocatori è stato scorretto. In certe circostanze, considera come cheater i giocatori che hanno una media tra uccisioni e morti sproporzionata a favore delle prime. Nel caso di Battlefield 4, insomma, se si insiste a giocare con un elicottero o con un carro e si ottiene un K/D ratio troppo alto si potrebbe essere considerati dei cheater.
Questa particolare tecnica di anti-cheat non va alla ricerca di alterazioni nel codice di gioco come fanno PunkBuster o BattleEye. Il produttore Gameblocks la definisce, infatti, come una tecnica non invasiva, che agisce in maniera agnostica rispetto al motore grafico e in tempo reale. Essa non risiede nei computer dei giocatori o sui server di gioco, e non esamina i dispositivi dei giocatori alla ricerca dell’ultima modifica dei file non consentita.
FairFight usa le strutture di database di proprietà di GameChanger. Le azioni dei giocatori vengono confrontate con il database di statistiche raccolte nel corso del tempo allo scopo di identificare comportamenti molto diversi rispetto alla media. Il software va alla ricerca degli atteggiamenti che possono essere associati al cheating, e punisce severamente i giocatori che vengono colti a barare più volte. Chi non si è macchiato in passato di comportamenti scorretti, invece, viene punito lievemente. GameBlocks ritiene, infatti, che “anche i cheater sono dei consumatori come gli altri, e che bannare i giocatori in maniera indiscriminata è dannoso per il gioco”.
EA aggiunge che “il motore FairFight sarà un’ottima integrazione rispetto alle misure di anti-cheat già adottate. Durante la beta useremo sia FairFight che PunkBuster per rendere l’esperienza di gioco migliore possibile. Vedrete informazioni sulle misure anti-cheating prese dai due sistemi nella pagina di ricerca dei server. Forniremo successivamente ulteriori dettagli sulle misure anti-cheat che stiamo prendendo per Battlefield 4”.
elias , questa è istigazione al flame 😀